Ceccotti Collezioni: il sesto senso del design

Volevano disegnare la sedia per eccellenza, una sedia che non avesse niente più del necessario e niente di meno. I fondatori di DRAW Studio ci sono riusciti con Lisa, che si ispira a un altro pezzo che ha fatto la storia del design: la Superleggera di Gio Ponti. I fianchi simmetrici in legno massello, su cui affiorano le sporgenze dei braccioli, ne confermano l’architettura razionale, l’attenzione ai dettagli, lo studio delle proporzioni.

Roberto Lazzeroni dice che gli oggetti hanno una voce, la capacità di parlare. Le sue creazioni, poi, hanno anche una carica sensuale: si fanno toccare, sfiorare, oltre che guardare. La sua Janine ne è l’esempio lampante, in tutta la sua femminilità ed eleganza. “Io me la immagino così, come una ballerina, sottile e leggera.” La struttura con schienale in legno massello e la seduta imbottita le donano comfort e morbidezza.

La famiglia è quella di Icosofà, progettata da Roberto Lazzeroni per Ceccotti Collezioni nel 2020. Oggi quella stessa famiglia si allarga con Icosofà Chaiselongue. Il suo designer ne sottolinea la forma scultorea, ma soprattutto le linee sinuose, femminili, che invitano alla seduta promettendo comodità. Un arredo pesante e leggero alla stessa misura: da una parte c’è la pesantezza oggettiva della struttura portante in legno massello, dall’altra la leggerezza aerea, fluttuante degli schienali.

Icorondò porta ancora la firma di Roberto Lazzeroni. Le linee sono di nuovo sinuose e morbide, fino a creare un’ellissi perfetta per arredare sia gli spazi pubblici, come la hall di un albergo o una reception, sia quelli domestici come gli ingressi. Al centro, e per la precisione in cima, un vassoio scavato in legno o marmo toscano.

Metà Galileo (“La mente umana è finita e non può trattare con l’infinito”), metà Archimede (“Datemi un appoggio e solleverò il cielo da terra”). Galimede di Giuseppe Casarosa racchiude l’eco dei secoli scorsi e soprattutto – spiega il suo creatore – dei vecchi microscopi e degli strumenti di misurazione, con le rotelle e gli anelli scorrevoli in ottone.

In acciaio nero, oro, oro rosa o bronzato, conta due piani in legno massello regolabili in altezza: uno rettangolare che si muove in direzione ortogonale rispetto all’asse centrale; l’altro tondo, con movimento circolare. Sono molteplici sia gli usi che le sue destinazioni: adatto accanto a una poltrona, a un divano, a una scrivania, come supporto per tablet, pc o libri.

Scrinium consacra la collaborazione tra Franco Ceccotti e Giuseppe Casarosa, nell’ideazione di un mobile contenitore che non è solo scrittoio ma anche mobile bar e vanity, nell’allestimento degli interni e negli abbinamenti con i legni e le pelli. Legni pregiati, ferramenta esclusiva, metallo nobile: questi dettagli lo rendono un mobile sofisticato e di altissimo pregio, che ricorda gli arredi del passato e in particolare il secretaire.

“Stellage” è una dichiarazione d’intenti. È il nome di un tipo di contratto finanziario, ma anche del collettivo composto da Gabetti & Isola, Raineri, che ha vinto il bando del 1952 per il progetto e gli arredi della Borsa di Torino. Un pezzo che ha fatto la storia del design – entrato nella collezione permanente del Moma di New York – e che ritorna ad essere prodotto e commercializzato per la prima volta dopo settant’anni. Stellage 52 è la sua riproposta inedita e fa parte della linea Masters Tribute 2022 con cui Ceccotti Collezioni ripropone dei classici intramontabili. Lo stile rimane unico ed estremamente riconoscibile, con nuovi accorgimenti strutturali e decorativi.

Nòs, ovvero noce in dialetto milanese. È stato ribattezzato così lo scrittoio in origine disegnato per Bernini nel 1957. Ecco un altro componente della Masters Tribute 2022 di Ceccotti Collezioni, nato dalla collaborazione con Gianfranco Frattini, che condivide con il brand l’amore e la cura per la lavorazione del legno. Perché uno scrittoio?

Perché è il luogo di conservazione della memoria, in cui si custodisce il sapere, e quindi rispecchia perfettamente la visione olistica del designer, per cui gli arredi vanno sempre pensati e inseriti in una continuità storica. Le sue linee essenziali riprendono la forma originaria a clessidra della base, con tre versioni ora disponibili: quella standard con un piano di lavoro liscio, quella con cassetti, quella con serrande.

Con Obon ritorniamo, infine, a DRAW Studio, che si è ispirato alle tipiche lanterne giapponesi per disegnare questa lampada a sospensione dai volumi generosi. Obon è anche il nome di una ricorrenza nipponica, che tradotto significa Festa delle Lanterne. Due cilindri concentrici, quello interno in vetro soffiato a bocca e quello esterno in tessuti pregiati, diffondono una luce calda. E caldi sono anche gli altri materiali di cui è fatto il chandelier: gli anelli in legno che incorniciano i cilindri e i tiranti in ottone che li uniscono. Il risultato è la creazione di un luogo sicuro, adatto allo stare insieme.