De Castelli ha un potere straordinario: plasma e modella il metallo per fargli assumere profili e consistenze inaspettate, in una metamorfosi che sfida la sua tipica durezza e solidità. Per riprendere la definizione che dà di uno dei suoi mobili, si tratta di un’estetica dell’ossimoro, dove pesantezza e leggerezza si uniscono in perfetto equilibrio.
Tutto questo è possibile grazie alla sapienza progettuale di De Castelli e dei designer con cui collabora, e alla tecnica artigiana di martellatura, bombatura e curvatura del metallo. Ma anche per le rifiniture dell’ottone, dell’acciaio e del rame, con effetti naturali, lucidi o ossidati che creano chiaroscuri affascinanti, esaltando geometrie e profondità. Per questo, quasi come fossero degli esseri viventi, i suoi arredi sono in grado di cambiare forma, e specialmente quelli del nuovo progetto Biomorphic presentato al Salone del Mobile 2022.
Tutto nasce da una lastra di ottone “andata in pezzi”, i cui frammenti vengono immersi nel marmo e diventano come dei petali che irradiano dal centro e fluttuano sulla superficie. Il top ovale del tavolo Vela, dove avviene la magia, è realizzato in collaborazione con Laboratorio Morseletto ed è in seminato veneziano di marmo bianco, perfetto per custodire ed esaltare le sfaccettature del metallo. Poggia su una base con tutt’altra dimensionalità: una scultura a tronco di cono che assume una pieghe sinuose, trasmettendo leggerezza e solidità allo stesso tempo. Design: R&D De Castelli.
Luca Pevere si è ispirato all’arte degli origami. Così ha disegnato la collezione Coste di tavoli e tavolini dalle forme geometriche nette e precise. La partita si gioca nel basamento centrale a tronco di cono: un modulo in acciaio, ottone o rame, ripiegato con tecnica e maestria per dare origine a una serie giustapposta di triangoli isosceli. Le facce riportano diversi toni di ossidazione e, quindi, sfumature che stimolano la percezione visiva. Il piano tondo pare adagiarsi appena sulle punte dei triangoli.
Plateaux of mirror è il tavolo minimalista per eccellenza. Consta di soli tre elementi: una lastra rettangolare per il top e due semi-cilindri agli estremi come basi, che si specchiano l’una con l’altra. Il design di Elisa Ossino vuole linee essenziali e monolitiche, per esaltare al massimo la materia: il metallo.
Francesco Forcellini non sceglie a caso il suo nome. Sculpt è una madia “scolpita” nel metallo, che qui è plasmato con una tecnica magistrale di martellatura e bombatura. Le linee che incorniciano il mobile sono rigorose, mentre le ante assumono un volume tridimensionale: per la forma concava e gonfiata, e per gli effetti della martellatura che disegnano giochi di luce e chiaroscuri.
Cabinet, consolle e mini-bar. Canneto è una collezione di Adriano Design, che disegna una serie di mobili contenitori di una finissima eleganza. Il fascino emana dai rivestimenti: tondini in metallo spazzolato (rame, ottone o acciaio) accostati e di diametri differenti – a ricordare un canneto, per l’appunto. Il piano d’appoggio superiore, sempre in metallo, è ribassato rispetto all’altezza di ante e struttura, e incorniciato da un profilo in noce canaletto, che impreziosisce anche i ripiani interni di cabinet e consolle. Barista, invece, con la sua particolare apertura a libro, ha un interno in acciaio inox con rifinitura a specchio che moltiplica liquori e bicchieri, come accade sulle mensole di ogni club o café che si rispetti.
A seconda di come lo si guarda, Ori diventa una serie di oggetti differenti. Se lo si osserva attentamente e da molto vicino, per esempio, parrà di aver intravisto un gioiello: una gemma o un diamante incastonati in una montatura in ottone. In realtà, la prima è un cuscino removibile in tessuto sfoderabile, la seconda una struttura in metallo tagliata e modellata come solo De Castelli sa fare. Insieme creano il pouf disegnato da Stormo Studio, dove la parola d’ordine – nel nome, nei materiali e nella lavorazione artigianale – è preziosità.
L'azienda, che lo disegna e lo produce, definisce Botero di “un’estetica ossimorica”. L’ossimoro consiste nell’unione di volumi allo stesso tempo esili e generosi. Il risultato, però, è un perfetto equilibrio tra le cinque gambe sottili e il piano a mezzaluna. Il side table nasce sia dalla sapienza tecnica e progettuale di De Castelli, sia dalla sua maestria nella bombatura del metallo. Il foro al centro del top esalta curve e geometrie.
Efesto, nella mitologia greca, è il dio del fuoco, delle fucine, dell’ingegneria, della scultura e della metallurgia. Non poteva chiamarsi diversamente, Efesto di Martinelli Venezia, uno sgabello a sezione triangolare privo di giunture meccaniche, ma capace di reggere il peso grazie alla sapienza progettuale di chi l’ha disegnato. De Castelli, poi, ci ha messo del suo, con la curvatura e martellatura a mano della lastra di ottone. La finitura lucida eleva tutto questo, oltre a ricordare ancora una volta l’eleganza dorata del mondo ellenico.
Vassoio in metallo su monolite in marmo. Between Nature sancisce la collaborazione di De Castelli con Margraf Innovation Lab, di cui sceglie il marmo della collezione IPOGEO. Ma anche di quella con Stormo Studio, che concepisce il tavolino come la rappresentazione delle forze e degli elementi della natura che si uniscono dando vita a un artefatto. I vassoi sono di varie forme, e pare galleggino sulla pietra come farebbero sull’acqua.
Superficie riflettente, cornice metallica dal diametro esagerato. Brame sorprende e seduce, per l’asimmetria dei due cerchi non-concentrici e per i giochi di luci ed ombre dati dai diversi toni di ossidazione del metallo. Ma allo stesso tempo, la sua forma concava avvolge non solo lo specchio che incornicia, ma anche chi si specchia, suggerendo accoglienza e introspezione. Design: R&D De Castelli.
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