Panche in legno: la natura incontra il design minimale
Massello di noce, rovere o cedro. Teak, palissandro santos, pino dell'Oregon. Le essenze sono diverse, così come le storie che ogni trave porta con sé, attraverso le venature, i cerchi, i tagli del legno.
A restare immutato, però, è l’effetto che suscitano le panche in legno: parlano di un recuperato rapporto con la natura e richiamano i boschi e le foreste da cui sono nate. Allo stesso tempo, attraverso un design raffinato ed essenziale, sanno inserirsi perfettamente negli ambienti più moderni e minimali. Il connubio è tra due poli che, invece di opporsi, si arricchiscono a vicenda, in un reciproco scambio di bellezza e autenticità.
Table Bench di House of Finn Juhl si distingue per il design leggero ed elegante, che resta immutato fin dal suo primo lancio nel 1953. Finn Juhl ne ha previsto diverse varianti, tutte rigorosamente in legno: teak, rovere, noce, pino dell'Oregon o linoleum nero. Fanno eccezione solo i profili in ottone e le gambe, che possono essere in acciaio brunito, nero, oppure nei più audaci arancio o azzurro.
Come suggerisce il suo nome, Cocktail Bench riprende lo splendore e la stravaganza dei cocktail party che animavano gli Stati Uniti negli anni ’50, nel pieno del boom economico. Finn Juhl l’ha pensata in legno, ovviamente, e in particolare in massello di noce o rovere. E con un “design intricato, dettagliato, con angoli meravigliosamente arrotondati” e curve gentili, per creare un’estetica senza tempo.
Giovanni Tomasini disegna per Riva 1920 una panca in legno massello di cedro. Ma fermarsi qui sarebbe riduttivo, perché Dolmen è una vera e propria trave, che non nasconde le venature, i cerchi e i tagli della materia di cui è fatta. Le sue sfumature evocano immediatamente la natura da cui proviene, boschi e foreste.
Continua per Riva 1920 il riferimento alla natura attraverso l’eco dei suoi arredi. Ne è un altro esempio Pure, di Matteo Thun: panca in legno massello di cedro creata a partire da un unico blocco. E se da un lato vale il richiamo al mondo selvaggio, dall’altro Pure sa inserirsi perfettamente negli ambienti più eleganti e minimali. Ci riesce grazie a un design estremamente essenziale.
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Per parlare delle creazioni di Team 7 non si può prescindere dalle sue stesse parole: “Non ci sono bellezze naturali solo fra le persone, ma anche fra i mobili. It’s a tree story.” Non fa eccezione la panca Nox, dove la bellezza del legno è esaltata proprio perché rimane allo stato naturale. Jacob Strobel l’ha progettata unendo solidità e comfort, grazie all’imbottitura rivestita in pelle o tessuto.
Beam nasce da una trave in legno di recupero e non trattato. Per questo porta con sé antiche storie su cosa, come e dov’era prima di essere consegnata nelle mani del designer Damien Gernay e alle cure di Mogg. Sono loro ad aver aggiunto i piani in metallo verniciato piombo, che aggiungono altri racconti dal sapore nuovo e più moderno.
Oblique Bench di Ferm Living riesce nella grande impresa di unire due mondi apparentemente distanti: da una parte il Giappone e le sue tecniche di lavorazione del legno, dall’altra il design scandinavo e il suo carattere minimale. Deve il suo nome agli angoli inclinati disegnati dagli elementi che la sorreggono. A sua volta, sa elevare gli oggetti che vi si posizionano sopra, dai libri ai vasi ad altri accessori.
Si distingue per semplicità, equilibrio e simmetria. Non a caso, Groove nasce dal disegno di Piero Lissoni per Porro. Il legno non fa che esaltarne l’essenzialità, e in particolare quello delle collezioni dell’azienda: dalle essenze del nord come il legno massello di Hemlock – naturale o tinto nero – a quelle più esotiche del teak e del palissandro santos.
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