Unione di semplicità e avanguardia, la lampada Tolomeo di Artemide diventa un pezzo senza tempo, più che mai attuale, degna rappresentante del design italiano.
Michele De Lucchi e Giancarlo Fassina progettano un oggetto alla portata di tutti, in cui tecnologia e creatività sembrano combinarsi alla perfezione. È possibile alzarla, allungarla o avvicinarla in modo da illuminare adeguatamente qualsiasi punto della scrivania, grazie alla rotazione della testa di 360 gradi.
Immaginata nel 1986 dal designer Michele de Lucchi e Giancarlo Fassina, responsabile dell’ufficio tecnico di Artemide, la Tolomeo diventa una delle lampade più vendute al mondo. L’idea era reinterpretare in chiave moderna le classiche lampade da tavolo a pantografo. Avrebbe dovuto confrontarsi con icone come la Anglepoise e la Naska Loris, realizzata da FontanArte. Sfida piuttosto complicata ma anche stimolante, che porta ad ottenere un oggetto dallo stile personale e innovativo.
De Lucchi aveva pensato a Tolomeo come ad una lampada più vicina al mondo industriale dell’Olivetti, per questo aveva realizzato un prototipo in alluminio, che però funzionava male. Giancarlo Fassina pensò di sostituire l’alluminio delle pulegge del cavo in acciaio con il nylon, perfetto per eleminare i rumori da sfregamento e avere comunque un ottimo movimento.
La forma conica della testa era molto apprezzata ma era necessario risolvere alcuni problemi tecnici relativi all’inserimento della lampadina. Venne inserita nella superficie conica ortogonalmente al piano conico anziché al piano di taglio.
Il 12 aprile del 1989, la lampada da tavolo vince il Compasso d’oro ADI, premio “per il recupero di un’ immagine tradizionale unitamente all’alto contenuto tecnologico e prestazionale”. Considerata ufficialmente l’oggetto da ufficio per eccellenza, Tolomeo entra a far parte del vivere comune come arredo tecnologico dalle linee leggere ed eleganti.
Nel 2017 è stata dedicata una mostra all’ Architektursalon von Gerken di Amburgo su Michele De Lucchi e la splendida lampada Tolomeo di Artemide. “30 years of Tolomeo – Michele De Lucchi retrospective” è un viaggio alla scoperta del rapporto del designer con l’azienda, sempre attenta alle esigenze dell’uomo, e dell’evoluzione di una lampada iconica che riesce ad essere tutt’oggi molto attuale e al passo con i continui cambiamenti tecnologici. "Credo che la lampada sia in assoluto l’oggetto che meglio combina il progresso della tecnologia con lo stile di vita, con l’idea che ogni epoca ha di un ambiente adatto alla vita", spiega De Lucchi. Tolomeo è stata sempre in grado di reinventarsi e autorigenerarsi.
Realizzata in alluminio lucidato e anodizzato, Tolomeo è caratterizzata da bracci e testa orientabili in tutte le direzioni, come un grande compasso ad ampia apertura. La fonte luminosa, una volta integrata con lampadine a incandescenza, e oggi dotata di lampade LED, permette di ottenere una luce direzionata e concentrata. Con questa evoluzione Tolomeo assume anche un nuovo aspetto, grazie alle diverse declinazioni della luce bianca nelle sue varie temperature di colore.
Il meccanismo a molle è inserito all’interno del braccio per tutta la lunghezza ed è tenuto in tensione dal cavetto posto sopra la struttura. Le linee minimali si sposano perfettamente con i materiali e l’immagine industrial voluta dai designer.
Realizzata in alluminio lucidato e anodizzato, Tolomeo è caratterizzata da bracci e testa orientabili in tutte le direzioni, come un grande compasso ad ampia apertura. La fonte luminosa, una volta integrata con lampadine a incandescenza, e oggi dotata di lampade LED, permette di ottenere una luce direzionata e concentrata. Con questa evoluzione Tolomeo assume anche un nuovo aspetto, grazie alle diverse declinazioni della luce bianca nelle sue varie temperature di colore.
Il meccanismo a molle è inserito all’interno del braccio per tutta la lunghezza ed è tenuto in tensione dal cavetto posto sopra la struttura. Le linee minimali si sposano perfettamente con i materiali e l’immagine industrial voluta dai designer.
Il nome Tolomeo è stato deciso la notte prima che venisse presentata al Salone del Mobile. Dalla lista di nomi redatta da Gismondi, era quello che riusciva a cogliere meglio l’essenza della lampada. Matematico e astronomo, era perfetto per accostarsi ad un elemento razionale e quasi scientifico.
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